Il neurone e il pelandrone

Un neurone solitario, nella testa di un pelandrone, studiava notte e giorno per smuovere la situazione.
Annoiato ma soprattutto demoralizzato, sentì una musica soave che lo risvegliò al movimento. Ah! che bello! danzare lento, sinuoso, soave, veloce, saltando o tip tappando!
Poi d’improvviso la musica si fece importante: un passo a due, lo riconobbe il nostro amico, si guardò intorno e tra le ragnatele scorse solo neuroni dormienti. Chiese a tutti di ballare ma niente, quelli  neppure una smorfia degnavano al poverino. Sconsolato e abbandonato al suo destino, sospirò lungamente, quando un raggio di luce cristallina la sua attenzione destò: una bella neurona con gli occhi da pantera lo guardava sorridente, muovendo il fianco allegramente.
Da quel giorno i due neuroni danzarono tutto il tempo risvegliando dal torpore tutte quelle mummie dormienti. Finalmente la testa vuota del pelandrone si riempì di musiche e colori e vissero tutti felici e contenti.

Giuseppina Bruno

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