I pastori sono stati i primi a raggiungere la grotta di Betlemme, richiamati dal canto e dalle trombe degli Angeli che annunciavano l’arrivo di Gesù Bambino. Un piccolo pastore stava dormendo in mezzo al suo gregge e fu svegliato dal belare degli animali che lo avvisavano di qualcosa di importante. Spaventato controllò che ci fossero tutte e inizio a contarle chiamandole per nome, perchè le pecorelle sono importanti per ogni pastore. Così si accorse che ne mancava una e disperato, prese il bastone e decise di andarla a cercare, portandosi le altre dietro. Il pastore era molto giovane e suo padre gli aveva affidato quegli animali con grandi raccomandazioni. “Non perderle di vista!” gli aveva detto prima di partire. Mentre camminava per i sentieri il pastore era triste perchè suo padre sarebbe stato molto deluso, ma era cosi stanco che si era addormentato. Poi d’improvviso sentì il belare della sua piccola pecora. “Finalmente ti ho trovato!” esclamò abbracciandola, poi la sgridò perchè non avrebbe dovuto lasciare il gregge ma lei continuava a belare, quasi come se avesse voluto dire qualcosa. “Non ti capisco piccola mia” disse il pastore, quando lei prese un sentiero e d’improvviso si aprì agli occhi del ragazzo un ritrovo di tanti pastori, greggi e persone di ogni tipo che davanti una grotta erano in adorazione. “Cosa succede?” chiese il pastore a quelli che incontrava. Tutti rispondevano “E’ nato! E’ nato il Salvatore”. Ancora non capiva il senso di quelle affermazioni ma poi arrivò davanti la grotta, seguendo la sua pecorella e vide quel povero bambino e il suo Cuore comprese quello che la sua Mente non capiva: era nato il Bambino che il mondo aspettava e grazie alla sua pecorella ora poteva gioire di quel momento prezioso per tutti.
(storie di Natale, Giuseppina Bruno)
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